Cucinare secondo i 5 elementi e il fuoco digestivo
Cresciuta in una famiglia contadina, ho da sempre assorbito la cultura delle leggi biologiche, attraverso mia nonna, le zie, la mamma, e la raccolta, la preparazione e la nutrizione secondo le natura, sono sempre stati parte irrinunciabile del nostro modo di accompagnare i pasti.Loro non conoscevano le teorie della Medicina tradizionale Cinese, o perlomeno non sapevano si trattasse di questo, ma conoscevano bene i moti lunari, l’agricoltura biodinamica, la lentezza e l’amore dal seme al piatto, in ogni singola fase della preparazione. E conoscevano bene la legge dei cinque elementi e il fuoco digestivo.
La cultura contadina echeggia nei nostri piatti anche quando non lo sappiamo, i rimedi delle nonne sono ciò che rimane di una tradizione millenaria, e che tiriamo fuori dai cassetti ad esempio per un raffreddore (un brodo caldo) o la tosse (limone e miele) e così via..
Conoscenze perse nel tempo, spesso purtroppo non tramandate, ma recuperabili, in un mondo di corsa, dove il solo fermarsi a pensare alla costruzione di un pasto è diventato un lusso di cui pochi possono o sanno ancora godere.
E allora diventi custode di un tesoro prezioso, che deve essere conservato per le generazioni avvenire, pur di lottare contro i famigerati mulini a vento.
Siamo un’estensione di ogni elemento presente in natura, e come tali non facciamo eccezione alle leggi che governano i processi naturali.
La teoria dei 5 elementi
La medicina Tradizionale Cinese è un patrimonio dell’umanità, e racchiude insieme ad agopuntura, massaggi e tecniche di movimento, un tesoro grandissimo: le radici dell’alimentazione secondo i cinque elementi, legno, fuoco, terra, metallo, acqua.
Agli elementi corrispondono i sapori: acido, amaro, dolce, piccante, salato.
Ad essi vengono associati gli organi: fegato e cistifellea, cuore e intestino tenue, milza e pancreas, polmoni e intestino crasso, reni e vescica.
Gli alimenti non sono valutati in base alle calorie, ma in base al loro effetto termico e al contenuto di Qi (energia vitale) che rafforzerà gli organi, quindi ogni alimento che noi assumiamo ha un determinato contenuto di Qi.
Fondamentale per stabilire il valore di un alimento è la sua capacità di attivare il fuoco della digestione (Agni in sanscrito) e per rafforzare questo fuoco, un alimento deve essere di sostegno alle funzioni digestive e al lavoro di stomaco, milza e pancreas. Difficile? Complicato?
Basta pensare allo stomaco come a una caldaia, e al cibo come combustibile. Ogni cibo viene valutato in base al suo “effetto termico”, cioè il suo modo di comportarsi nel corpo in relazione alla sua temperatura, e ai suoi effetti sul metabolismo.
Ad esempio un effetto termico caldo o caldissimo, riscalderanno intensamente il corpo e dinamizzeranno.
Un effetto termico neutro avrà un valore di armonizzazione e produzione di Qi.
Un effetto termico rinfrescante o freddo, scaccerà il caldo, raffredderà il corpo, produrrà linfa.
Cosa fa bene al fuoco digestivo e cosa fa male
Sono di aiuto:
- una lunga masticazione
- verdure cotte o appena saltate, anziché crude
- cereali integrali solo dopo un adeguato ammollo, opportunamente abbinati a verdure e grassi
- brodo cotto a lungo sia di carne che vegetale, arricchito con spezie, alghe e piante aromatiche
- frutta secca e fresca locale invece di quella esotica
- cibi cotti e/o caldi invece di panini veloci
- bere acqua calda a piccoli sorsi fuori dai pasti
Sono da evitare:
- cibi e bevande molto freddi
- mangiare frettolosamente e non masticare adeguatamente
- prodotti alimentari artificiali
- cibi surgelati
- cottura a microonde
- latte industriale e derivati
- cereali raffinati.
Le spezie
Per attivare il fuoco digestivo sono molti importanti le spezie e le piante aromatiche, fresche o secche. Un buon equipaggiamento di base permette di aromatizzare ed esaltare i cibi, sottolineandone i sapori in maniera naturale. Sono da evitare i mix già pronti, e vanno piuttosto considerate le condizioni di clima, coltivazione, momento di raccolta, per determinarne una buona qualità.
Qui elenco una buona parte di spezie o erbe fresche che vanno a influire positivamente sulla digestione e sul sapore dei cibi. Ogni spezia rafforzerà o sottolineerà una specifica funzione di trasformazione attraverso la logica del Qi, e potrà essere fresca o piccante, amara o dolce, e quindi andrà ad agire sull’organo corrispondente in sintonia con tutti gli altri processi.
- Anice
- Cardamomo
- coriandolo
- cumino
- finocchio
- pepe
- senape
- cacao
- cannella
- curcuma
- curry
- chiodi di garofano
- paprika
- vaniglia
- alloro
- origano
- rosmarino
- timo
- santoreggia
- maggiorana
L’uso delle spezie in cucina è fondamentale poiché non danno solo un buon sapore ai piatti, ma li rendono digeribili, riducono i gonfiori, attivano il metabolismo, sono la “diavolina” per accendere il fuoco e migliorano l’eliminazione delle sostanze di scarto.
Zuppe, importantissime
Un posto di rilievo nell’accensione del fuoco digestivo è occupato dalle zuppe. La zuppa è la più digeribile delle pietanze, la sua consistenza liquida fa benissimo alla nostra digestione. L’effetto benessere è immediato, armonia e sazietà assicurate. Lasciate che sia una zuppa ad aprire il vostro pasto, soprattutto quello serale. Preparatela con gli ingredienti giusti, quelli che offre la stagione, e mescolate i vari elementi attraverso l’uso delle giuste erbe e spezie.
Ad esempio nel periodo autunnale potremmo preparare una zuppa di porri e patate, miscelando sapientemente gli ingredienti (terra, acqua, fuoco, legno, metallo), oppure una terrina di zucca o una zuppa di broccoli e funghi. Lo stomaco ringrazierà, la fame si placherà e saremo più rilassati e contenti.
La colazione
Un tempo le nostre nonne si alzavano molto presto al mattino, prima di tutta la famiglia, accendevano il fuoco nel camino, e vi mettevano sopra un pentolone che di solito conteneva acqua calda, che sarebbe servita per varie cose durante la giornata. E il fuoco acceso già dal mattino, riscaldava la stanza e spesso anche gli ambienti circostanti, ed era pronto per ogni evenienza.
Il fuoco aveva in pratica la stessa funzione della colazione..
Pur essendo il pasto più importante della giornata spesso la colazione è molto sottovalutata, relegata in fretta a un paio di minuti per un caffè o un toast, o peggio al bar per un cappuccino e una brioche.
Niente di più sbagliato.
Il fuoco va acceso al mattino e riattizzato continuamente. Quindi la colazione va fatta, deve essere ricca, e dovrebbe essere costituita da qualcosa di cotto e di caldo.
Questo non vuole mangiare forzatamente appena svegli, ma nutrirsi nella primissima parte della giornata.
Quindi la colazione è il semplicemente il primo pasto, un pasto da re, e dev’essere fatto quando la “caldaia” è nel pieno delle sue funzioni.
Con questa premessa è facile intuire che non è opportuno bere solo un bicchiere di latte freddo al mattino, ma piuttosto una bevanda calda, composte di frutta condita con grassi sani, uova, proteine, grassi di buona qualità come il burro di cocco, l’olio extravergine d’oliva, il burro o il ghee.
I carboidrati dolci possono fornire una parvenza di energia immediata, ma lasceranno svuotati e stanchi subito dopo, perché avranno alzato il picco glicemico, rallentato la digestione, e appesantito l’intestino. Una colazione salata e proteica ad esempio è il miglior modo di assicurarsi un bagaglio di energia disponibile a lungo e permetterà di assumere meno calorie in giornata, poiché dà un durevole senso di sazietà.
Partireste per un viaggio con la vostra auto con il serbatoio vuoto? E allora perché uscire di casa senza fare il pieno? Il detto “fai colazione come un re, pranza come un borghese e cena come un mendicante” richiama ancora una volta la sapienza contadina.
Le verdure crude e il fuoco digestivo
Le verdure rappresentano la nostra principale fonte di vitamine e minerali. Per assumere queste sostanze importantissime, non serve mangiarle crude.
Il sapere comune ci spinge a mangiare grandi quantità di verdure crude, perché sono disintossicanti, ricche di minerali e fanno dimagrire.
Certo, sappiamo che le verdure contengano molte sostanze nutritive, ma noi non ce ne facciamo niente se non riusciamo ad assimilarle, a trasformarle. Esse sono intrappolate in un involucro di cellulosa, che per essere “rotta” ha bisogno di una lunghissima masticazione. Quanto lunga?
Pensate alle mucche, al loro ruminare per ore, noi siamo in grado di farlo? Solo così la cellulosa potrà essere lavorata dall’organismo, senza bisogno di attivare quel fuoco digestivo importantissimo per la trasformazione dei nutrienti.
Le verdure crude richiedono tanta riserva di energia, la milza deve darsi da fare tantissimo e lo stomaco anche. Alla fine però, se il fuoco non si attiva, assorbiremo pochissimi nutrienti e ci sentiremo gonfi. Cuocendola leggermente, saltandola, tutto questo processo si alleggerisce, arriva già con il “fuoco” necessario, e attraverso una buona masticazione, diventerà una fonte incredibile di vitamine, minerali, fibre che, attraverso il giusto grado di cottura, leggermente croccante, conserverà tutti gli elementi necessari e un ottimo sapore.
L’alfa e l’omega di un buon piatto di verdure è il condimento. E’ bene condire con grassi buoni che arricchiscono il piatto di preziosi elementi e diventano il veicolo per il trasporto di vitamine e minerali delle verdure.
La masticazione
Non ultimo per importanza: la masticazione. Fondamentale per attivare gli enzimi presenti in bocca, è una vera e propria predigestione.
Per digerire bene bisognerebbe masticare ogni boccone 30 volte. Mentre lo faremo, manterremo attenzione e consapevolezza sugli alimenti che stiamo portando alla bocca. Masticare lentamente è una terapia anti-fretta, mentre lo facciamo alziamo gli occhi e osserviamo chi sta seduto al nostro tavolo, o se siamo da soli ci concentriamo sui sapori. Nel frattempo stiamo dando due importantissimi messaggi:
*al cervello – il senso di sazietà. Un pasto ha bisogno di almeno 20 minuti per poter dare efficacemente al cervello il senso di sazietà.
*allo stomaco – preparare i succhi gastrici per la digestione.
La quantità di cibo assunto in un pasto è anche un fattore da valutare. Mangiare troppo cibo provoca una dilatazione dello stomaco che richiede ulteriore cibo, favorendo la formazione di tossine che richiederanno all’organismo un notevole sforzo per essere eliminate.
Niente frutta a fine pasto, ma nemmeno all’inizio
La frutta ha tantissime proprietà benefiche, che però diventano inutili, se non dannose a fine pasto . Crea fermentazione, blocca la digestione a causa della sua natura zuccherina, porta gonfiore e acidità. Viene bloccata dalle proteine, vegetali e carboidrati, modifica il ph dello stomaco, causando produzione di muco e tossine.
Va insomma a compromettere tutto il lavoro fatto finora dal processo digestivo.
Ma non va bene nemmeno all’inizio di un pasto, poiché come già detto, il giusto ambiente per preparare alla digestione è con il calore. La frutta modificherà questo ambiente, dimezzando la capacità digestiva.
Il miglior momento per mangiarla è lontano dai pasti, come spuntino, ma con un piccolo grande accorgimento: condita con i grassi buoni.
Burro di cocco o ghee saranno un elemento fondamentale per il trasporto e la digestione dei nutrienti e ne rallenteranno il picco glicemico. E’ possibile aggiungere semi oleosi, bacche e spezie come cannella, anice, vaniglia, curcuma, secondo i gusti, per renderla uno spuntino importante e completo. In questo modo continuerai a curarti mangiando e a mantenere attivo il fuoco tutta la giornata.
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