Fast food e trash food, i danni del cibo industriale

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Fast food e trash food, i danni del cibo industriale

E’ a buon mercato, lo vedi pubblicizzato in tv e agni angolo dalla mattina alla sera, non ha bisogno di essere tagliato, condito, cucinato, basta scaldarlo, anche il microonde va bene.

Buste surgelate, merendine congelate, bastoncini di pesce impanato, zuppe pronte, brodini in tetrapack, patatine fritte, insalate in busta, pane prodotto e precotto in un paese dell’Est e riscaldato nel supermercato sotto casa, olio di sansa estratto con solventi e spacciato per olio extravergine.. ma l’elenco è davvero infinito.

Tutte le caratteristiche che accumunano il cibo industriale sono comunque sempre le stesse: prodotto con materie prime di scarsissima qualità, con un inci (elenco ingredienti) lunghissimo e da interpretare.

Cibo “precostruito” altrove ed importato, imbustato in colori sgargianti, o a volte al contrario in sobrie buste che richiamano la natura ma che di natura non hanno proprio niente.

QUESTO NON CIBO HA UN EFFETTO DEVASTANTE SULLA SALUTE UMANA 

Questi preparati sono dannosi non solo per la salute umana ma anche per quella ambientale.

Molto spesso non tengono conto del rispetto dell’ambiente, flora e fauna, nelle varie fasi di lavorazione, poiché sono prodotti in paesi che hanno le corde molto allentate in termini di riforme alimentari.

Alcuni importatori in Italia, dribblando le leggi vigenti, riescono a far passare questi prodotti come prodotti italiani, solo perché sono stati confezionati in Italia, ma le cui materie prime in realtà provengono da molto lontano.

MA PERCHÉ LI CONSUMIAMO? 

Se osserviamo molti carrelli della spesa, vedremo che una buona misura occupano i cibi ready to eat, ovvero pronti e sempre meno si vedono cibi da Madre Natura.

La maggior parte conterrà cibo industriale, cibo fast, cibo trash. Dietro quegli involucri si nasconde un grande disagio sociale.

Le persone hanno sempre meno tempo e molti stress da affrontare, per cui aprire una busta da buttare in padella o scartare un cibo da inserire 10 minuti in forno, sembra la maniera più ragionevole per finire una giornata sfiancante, dove non si ha la forza di mettersi anche a cucinare.

STIAMO CRESCENDO UNA GENERAZIONE A CIBO PRONTO, MA CON QUALI CONSEGUENZE? 

La tendenza americana del fast food e trash food è sbarcata in Europa e sta conquistando l’Italia a velocità galoppante, con conseguenze devastanti per la salute umana ed il sistema sanitario.

In questo studio su Pubmed viene dimostrato ad esempio, come una dieta ricca di cibi industriali da fast food nei bambini, sia associata alla diagnosi di ADHD e disturbi del comportamento.

A causa del trash food e degli spuntini distribuiti dalle macchinette, l’obesità già in età infantile è diventata un serio problema. Varie ricerche confermano che la maggior parte dei bambini salta la colazione o la fa in modo inadeguato e una buona percentuale di giovani non consuma frutta e verdura, di contro beve quotidianamente bevande gasate e zuccherate.

Il problema crescente dell’obesità e del diabete per i bambini è un segnale preoccupante a cui portare rimedio il più presto possibile. Non si tratta di un fatto estetico, che può avere nei rapporti tra giovani anche un impatto notevole nello sviluppo; ma l’obesità è un problema di salute che comporta rischi seri di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, tumori, infiammazione cronica, complicanze respiratorie, problemi di fertilità.

 

Il costo reale del cibo spazzatura, quello che alla fine viene pagato dalla collettività, è largamente sottovalutato ed estremamente alto.

 

CONSEGNE A DOMICILIO, COSTOSE ANCHE PER L’AMBIENTE 

Dopo una giornata trascorsa a dribblare cibi imbustati e preconfezionati, eccoci arrivati a sera stanchi e con poca voglia di cucinare. Cosa fare? Ordinare la cena su internet o al telefono.

Persino un’abitudine come quella che fa parte del nostro DNA e a cui avremmo giurato di non riuscire mai a rinunciare – cucinare per la famiglia – sta lasciando sempre più il posto al fenomeno Nord Europeo del Delivery food, specie nelle grandi città, grazie a cui un cibo bell’e cotto giunge nelle nostre case e noi dobbiamo solo aprirne la confezione e gustare.

Questa scelta ha un impatto considerevole su tutto l’ambiente circostante:

I condimenti e gli ingredienti usati sono spesso artificiali e chimici, poichè devono rendere il profumo accattivante; secondo le leggi del marketing non c’è pubblicità più efficace di un buon profumo sparso sul pianerottolo dei vicini per incuriosire tutto il condominio e spingere all’acquisto anche i neofiti della consegna a domicilio.

L’inquinamento del carburante usato per la consegna. Anche se si sta facendo sempre più strada la consegna in bici, ma in questo caso vanno considerate le pessime condizioni di lavoro dei ragazzi che viaggiano ogni giorno in mezzo al traffico, sottopagati e spesso corrono il rischio di incidenti stradali.

Gli involucri dei cibi pronti che devono contenere plastica e altri materiali per mantenere i cibi caldi e protetti, e che aumentano il carico di immondizia nell’ambiente.

IL VIAGGIO NELLA GIORNATA DA TRASH FOOD 

Ricapitolando il nostro viaggio nel mondo del trash food, ci siamo trovati con una brioche da mangiare al volo mentre si va a scuola/lavoro. A metà mattina abbiamo un calo di zuccheri e quindi facciamo un break al distributore automatico e caffè dalla macchinetta.

Un pranzo veloce fuori, che sarà un panino o un piatto pronto scaldato al microonde in qualche tavola calda; arriviamo al pomeriggio completamente scarichi, abbiamo bisogno di un caffè e qualcosa di dolce immediatamente, ecco che la scelta ricade su uno snack al cioccolato e intrugli di vario tipo e un altro caffè, così riusciamo ad arrivare all’ora di cena.

Se non siamo troppo stanchi prepareremo una pastina in brodo con un dado ricco di glutammato monosodico o quella pizza surgelata che avevamo comprato per necessità, oppure ordiniamo un hamburger con delle patatine o dei chicken wings con salsine piene di coloranti, sodio, zuccheri, emulsionanti, tanto per dirne una..

LE CONSEGUENZE DEL MANGIARE COSÌ 

Il motivo di tanta sovraesposizione a questi cibi scadenti risiede nei bassi costi di produzione derivanti dagli ingredienti di pessima qualità e dall’abbondanza di additivi sintetici in grado di esaltare falsi sapori che ricreino quelli naturali in maniera amplificata.

Le merendine diventano un concentrato di grassi idrogenati, oli a basso costo, spesso estratti con solventi chimici, ricchi di conservanti e addensanti e una quantità sproporzionata di zuccheri raffinati.

I carboidrati forniti da farine bianche raffinate, con molto glutine che li rende simili a colla, e che non hanno bisogno di essere masticati ma si sciolgono in bocca, fanno fare un salto immediato al picco glicemico che determina la tendenza all’ingrassamento e all’aumento di appetito.

In poche parole questi finti cibi sono uno specchietto per le allodole, o meglio per le papille gustative.

VIAGGIO DI UNA MERENDINA INDUSTRIALE: COSA SUCCEDE NEL NOSTRO CORPO

Bocca 

Le migliaia di recettori che abbiamo sulla lingua si diseducano. Abituati ai sapori artificiali, più accattivanti di quelli naturali, non accetteranno più come buono un cibo che arriva dalla natura, giudicato insipido e insapore. E’ ovvio che non è così, in realtà è esattamente il contrario, ma provare a farlo capire ad un corpo intossicato è impresa ardua.

La merendina piena di zuccheri ha appena iniziato a fare il suo viaggio nel nostro corpo e già ha inibito gli enzimi salivari e creato un ambiente acido che favorisce la carie l’alterazione della microflora batterica in bocca.

Stomaco 

Arrivata nello stomaco sotto forma di poltiglia, ostacola la digestione e fermenta, scendendo direttamente nell’intestino tenue dove si fermerà a fermentare ancora, creando tossine putrefattive, nutrendo i batteri patogeni, come la candida, e formando una colla che si depositerà sui nostri villi intestinali appiattendoli e impoverendo la barriera mucosa.

Intestino 

Questa si assottiglierà e formerà dei buchi, da cui le sostanze indigerite potranno direttamente raggiungere il sangue con conseguenze fisiche come:

  • intossicazione -tossiemia
  • disbiosi e parassitosi intestinale
  • allergie di vario tipo
  • colite
  • debolezza
  • stanchezza
  • gonfiore addominale
  • malassorbimento dei nutrienti
  • dolori articolari
  • tachicardia
  • diarrea e costipazione alternate
  • mal di testa
  • prurito nella zona anale
  • alito cattivo, cattivo odore del corpo
  • dermatite, psoriasi, secchezza della pelle
  • debolezza, stanchezza cronica

E conseguenze psichiche come:

  • disturbi del sonno
  • Poca lucidità mentale
  • carenza di memoria
  • cattivo umore
  • stati d’animo oscillante
  • depressione

 

Fegato 

Nel frattempo un messaggio sarà arrivato al pancreas: c’è bisogno di produrre insulina per tamponare l’eccesso di zucchero della merendina. Il corpo ci prova, ma messo a dura prova da un continuo richiamo degli zuccheri, è diventato insensibile all’insulina e si ritrova tutto questo zucchero circolante, che assolutamente non può permettersi. 

Un po’ di questo zucchero andrà ai muscoli per la produzione di energia immediata, ma se non facciamo movimento, la combustione di questo zucchero non avviene, e allora ecco che di corsa lo zucchero viene trasferito al fegato, che ha un po’ di spazio per le scorte. Ma se questo consumo delle scorte non avviene, questo zucchero si transforma in grasso.

Il “fegato grasso” ormai è un fenomeno molto frequente anche nei bambini che assumono troppi zuccheri e non fanno movimento.

Infiammazione 

Tutto il corpo ha attivato la centralina d’emergenza e scatenato un’infiammazione, per cercare in qualche modo di elaborare e trasformare, fino ad eliminare il carico tossico derivato da questi cibi zuccherati.

Solo che, ormai esausto dal continuo lavoro quotidiano di eliminazione delle tossine, si ritrova ormai in un perenne stato d’emergenza, con la luce rossa sempre accesa.

L’infiammazione è la base dell’acidosi delle cellule e dei tessuti, che è la base di qualsiasi malattia.

Questo stato di cose è alimentato ed esasperato dal modo di nutrirsi che abbiamo ogni giorno.

CAMBIARE SI PUÒ? LE SOLUZIONI. 

Bisogna assolutamente invertire questa tendenza al consumo di ready to eat e trash food prima che sia davvero troppo tardi, e che ci ritroviamo un’intera generazione di esseri umani che non hanno nemmeno idea da dove arrivi un uovo di gallina, o come si pianti un seme.

La rivoluzione va fatta nelle mura domestiche, modificando quelle abitudini identificate come dannose, partendo dalle basi.

Ognuno può ricercare nel proprio piccolo di fare del suo meglio per garantirsi la salute attraverso la presa di responsabilità e la coscienza dell’informazione.

In linea di massima per una madre che non ha molto tempo e deve sfamare tutta la famiglia e far virare la nave delle abitudini alimentari verso una quotidianità più possibile salutare io consiglio di iniziare a modificare delle abitudini errate di base, e ricrearne almeno una positiva al giorno:

 

  • Tenere sempre a casa delle porzioni di frutta e verdura fresca da sgranocchiare
  • Avere come spuntini disponibili: frutta secca e noci come alternativa al dolce
  • Far sparire tutte le merendine (almeno da casa)
  • Bandire tutte le bevande gassate e offrire frullati o smoothie con frutti di stagione e semplice acqua da bere, magari addizionata di limone, frutti di bosco, menta, zenzero..
  • Preparare una volta a settimana almeno tre/quattro pasti da tenere in frigo composti di proteine (carne, pesce, uova) più verdure. Ad esempio fare un grande polpettone e una gran quantità di spinaci; cuocere una zuppa di pesce o fare un brodo di pollo. Oppure ancora una minestra con le verdure, una vellutata di broccoli, una crema di zucca e funghi, ma in quantità  maggiori, che possono essere congelate e usate all’occasione.
  • Preparare un dolce semplice con ingredienti sani e proporlo a colazione o a merenda.
  • Preparare la sera per la mattina la merenda dei propri figli.

Un piccolo box con parmigiano, olive, grissini senza glutine. Dei frutti di bosco freschi, frutta secca come noci, macadamia, albicocche, ananas, cocco disidratato. Se si vuole optare per il pane, che sia proteico e senza glutine. Si può farcirlo con salmone, burro e una foglia di insalata, o con bresaola e rucola, o ancora delle uova e una mela.

 

  • Farsi aiutare e coinvolgere gli altri familiari nella preparazione e nella spesa, cercando di far capire i motivi delle scelte di acquisto.

Solo in questo modo si arriverà gradualmente ad una nuova coscienza collettiva, ad un ritrovato rapporto con la natura, e ad un riequilibrio alimentare che dobbiamo recuperare per noi, le future generazioni e l’ambiente che ci circonda.

Solo così abbiamo speranza di riprogrammare il linguaggio alimentare che si è instaurato nella nostra società e nelle future generazioni, dando uno spiraglio di luce mantenendo vive le tradizioni culinarie che tanto ci hanno scaldato il cuore, l’anima.. e il corpo.

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