I 7 passi fondamentali per una dieta chetogenica bioenergetica

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chetogenica bioenergetica

I vantaggi di iniziare un nuovo percorso alimentare che si rivolga ad una sana alimentazione, sono ormai evidenti.

La dieta chetogenica bioenergetica va oltre il significato riduttivo di dieta e recupera il senso originale del termine, cioè “stile di vita in salute.”

Partiamo dal presupposto che nella dieta chetogenica, dimagrire non è lo scopo principale, bensì una felice conseguenza del corpo che ritrova il suo equilibrio.

Il reale scopo della dieta chetogenica è riportare l’organismo in equilibrio con l’obiettivo finale di ritrovare salute e longevità.

Questo obiettivo si raggiunge: 

  • fornendo al corpo il giusto carburante 
  • spegnendo l’infiammazione
  • riportando in equilibrio gli ormoni
  • abbassando i livelli di insulina
  • dando forza al sistema immunitario

Una dieta chetogenica può portare il nostro organismo e il nostro benessere in generale a fare un enorme salto di qualità, in termini proprio di miglioramento di vita e di prestazioni sul piano psico-fisico. 

Perché accada questo è molto importante seguire comunque un’alimentazione sana, che si basi su principi chetogenici, e mantenga alti i livelli energetici e le vibrazioni dell’organismo. 

Vedo troppo spesso in giro diete chetogeniche da mettersi le mani nei capelli, ricche di grassi trans e cibi industriali. Ecco quella non è assolutamente la strada. 

Uno stile di vita chetogenico salutare significa, non solo avere il fisico asciutto per un breve tempo, ma avere gli organi in ordine, un metabolismo efficiente e libero come un’autostrada, significa mantenere costante l’attenzione sulla qualità degli elementi introdotti, e nel contempo seguire anche altri percorsi che riguardano i diversi piani dell’esistenza: quello mentale, energetico e spirituale.

In un’azione così fantasticamente combinata ci si dirige verso quel mondo meraviglioso che è la chetogenica bioenergetica.

Un microcosmo protetto, dove le regole del buon esistere convivono in armonia e sono coerenti le une con le altre. Il cibo diventa così funzionale, alla calma, all’equilibrio, alla forza, al radicamento. E cede il testimone a metodologie ed esercizi che implementano questo tipo di equilibrio e di grounding. 

Una volta stabilite le motivazioni soggettive del voler cambiare vita e abitudini alimentari, si struttura un percorso ben definito a cui si dedica il tempo necessario, sia per gestire l’hardware (il corpo) che il software (la mente e le sue attitudini).

MA QUALI SONO I PRESUPPOSTI PER PARTIRE COL PIEDE GIUSTO? 

Qui di seguito ti elencherò quali sono gli step giusti per poter approcciare una perfetta attitudine chetogenica.

Per iniziare definiamo alcuni punti importanti:

  1. Il corpo sa riconoscere il vero cibo
  2. La qualità del cibo che scegliamo è fondamentale
  3. I grassi sono il macronutriente principale di questa dieta
  4. Le proteine animali assunte devono essere di alta qualità. La quantità assunta è moderata, e dipende dalle necessità collegate a età, sesso e livello di attività fisica
  5. Lo scopo principale di questa dieta mira al miglioramento del metabolismo
  6. Organizzarsi nella spesa e nella preparazione è fondamentale
  7. La motivazione è tutto.

Per diventare un campione brucia grassi, ci sono dei passi fondamentali da fare, per una buona riuscita.

Quindi se stai pensando di fare una dieta chetogenica, devi assolutamente procedere nel giusto modo, attraverso sette azioni semplici, ma decisive.

PRIMO PASSO: FARE UN PIANO 

Creati un piano, un progetto, mettilo per iscritto, tutto quello che è messo per iscritto acquista più potenza, e si articola meglio nello spazio e nel tempo, oltre che nella tua mente. 

E’ come se visualizzassi il viaggio che ti stai apprestando a fare, con i percorsi, le soste, anche gli ostacoli che potrai trovare sul tuo cammino. 

Prevedili, ci potranno essere, sii pronto a superarli. 

Scrivi cosa vuoi ottenere, quanto tempo ti dai per questo progetto di salute e come pensi di organizzarti giorno per giorno, con le preparazioni, le soste fuori casa o per lavoro, gli inviti a mangiare fuori. 

Buttare giù un vero e proprio piano di battaglia, ti aiuterà a sentirti sicuro e protetto.

Una volta stabiliti i tuoi obiettivi sarai pronto a fare ordine in dispensa e resettare completamente la tua spesa.

SECONDO PASSO: ELIMINARE GLI ZUCCHERI 

Lo zucchero crea dipendenza, può provocare carenze di nutrienti essenziali come vitamine e minerali, infiamma l’organismo, danneggia il sistema nervoso, intossica il fegato, altera il microbiota e la salute dell’intestino, e predispone a problematiche metaboliche.

Gli zuccheri semplici non nutrono, creano infiammazione, sono calorie vuote che stressano l’organismo in modi che neanche immagini.

Eliminarli è il primo passo da fare, perché gli zuccheri sono contenuti in forma occulta praticamente in tutti i prodotti processati e ultra raffinati, come le salse confezionate (maionese, ketchup, salse pronte..), le bevande energizzanti, i prodotti conservati e inscatolati, i succhi di frutta, tutti i prodotti da forno confezionati e molto altro.

Per questo motivo ci vuole molto impegno per eliminarli completamente e uscire dalla dipendenza che causano, perché sono offerti ad ogni angolo e ad ogni ora.

La strategia vincente per evitarli è:

1. Dai un’occhiata alla tua dispensa ed elimina tutto ciò che li contiene 

2. Quando fai la spesa, leggi bene le etichette ed evita gli zuccheri contenuti nei prodotti, come ad esempio: 

  • caramello;
  • destrosio;
  • fruttosio;
  • lattosio;
  • malto d’orbo, di riso, di mais;
  • maltosio;
  • melassa;
  • miele;
  • saccarosio;
  • sciroppo di glucosio-fruttosio (in merendine, biscotti, caramelle, gelati…);
  • sciroppo di riso/mais;
  • succo d’uva (in marmellate);
  • succo di mela (in marmellate, gelati);
  • zucchero;
  • zucchero di canna.

3. Consuma i cibi che prepari personalmente partendo da materie prime di buona qualità.  

Così potrai tenere sotto controllo ingredienti e qualità della materia prima.

Per aiutarsi in questa importantissima fase di transizioni e ingannare la mente che desidera bramosamente lo zucchero, userai dei dolcificanti sani ammessi, come l’eritritolo e la stevia. 

Da evitare assolutamente i sostituti dello zucchero prodotti chimicamente, come aspartame, acesulfame K e saccarina, poiché potenzialmente dannosi per la salute, e totalmente stridenti con il concetto di chetogenica bioenergetica.

TERZO PASSO: ELIMINARE CEREALI E LEGUMI 

I legumi sono da sempre considerati adeguate fonti di proteine vegetali, in realtà hanno molti carboidrati, che possono inibire la chetogenesi.

Inoltre, così come i cereali, i legumi sono infiammatori. 

Creano, gonfiore e fermentazione e, anche dopo un lungo ammollo e una lunga cottura, non vengono eliminati i loro antinutrienti, che alterano totalmente l’equilibrio nutrizionale e l’assimilazione dei cibi. 

Appena vengono eliminati dalla propria alimentazione, si nota un miglioramento immediato del gonfiore intestinale e ci si sente molto meno appesantiti.

Per quanto riguarda i cereali, si sa che sono offerti ovunque e ad ogni ora e, come gli zuccheri, è difficile evitarli. 

Costituiscono la base dell’alimentazione per la maggior parte della popolazione, che anche inconsapevolmente, non sapendo che fanno male alla salute, ascoltano i bombardanti messaggi dei media che vorrebbero farceli passare come indispensabili e completamente sani.

In realtà sono altamente infiammatori e, rimanendo nel tema della chetosi, completamente contrari al processo chetogenico.

Un panino al bar, una pizza, un croissant, una salsa pronta o un prodotto congelato, ed ecco che la quota di carboidrati assunti da cereali durante la giornata, si moltiplica.

Per uscire da questa “sagra del carboidrato”, all’inizio occorre una forte motivazione, esercizi di orientamento del pensiero, di presenza a se stessi e un training autogeno per capire che noi siamo più forti, e non vogliamo mangiare quella cosa lì in vetrina.

Ma è davvero solo una questione di giorni, perché il desiderio è solo psicologico, non ha niente a che vedere con la necessità fisica.

La neurochimica del cervello cambia radicalmente in una dieta chetogenica e la sorpresa è grande quando si capisce che i propri gusti e desideri sono completamente mutati, una volta che la dieta comincerà a mostrare i suoi effetti.

L’esercizio da fare in questi casi è: prima osservarsi e ascoltarsi. “Ho davvero fame? Oppure ho solo voglia di quel prodotto perché me ne ricordo il sapore, il profumo, e lo associo a qualcosa di piacevole del passato?

Se la risposta è la prima, il problema non sussiste nemmeno: ho fame – mi sfamo. Mangiando qualcosa di adeguato, poi mi passerà la fame.

Se la risposta è la seconda, il problema non sussiste nemmeno: una volta riconosciuto il meccanismo, lo scardinerai chiedendo a te stesso di governarlo, riconoscendo in te la capacità di dirigere i tuoi desideri altrove, e in un secondo momento, capirai di non aver bisogno di quei desideri per stare bene. 

Quel bisogno momentaneo voleva solo sopperire a una mancanza. Guidando il tuo bisogno verso un altro obiettivo, distraendo la mente, il desiderio di quel cibo svanirà in un momento.

QUARTO PASSO: INSERIRE I GRASSI 

La dieta chetogenica, si basa sui grassi. Nel momento in cui vengono eliminati i carboidrati, l’energia deve essere ottenuta dai grassi.

L’errore, a volte, è quello di non inserirne a sufficienza, perché non si è abituati a farlo. Per molto tempo i grassi sono stati demonizzati a torto e reputati la causa di tutti i mali, ma attualmente gli studi scientifici stanno dimostrando il contrario, ovvero che il loro utilizzo è sicuro e benefico per la salute.

Ma nel nostro imprinting, noi abbiamo registrato: grassi = demonio. Ci vorrà ancora molto tempo prima che si associno spontaneamente alla salute e alla forma fisica, invece che alle malattie, e in questo la medicina non ci aiuta. 

Ci sono sempre più operatori della salute che si informano e si aggiornano sulle nuove scoperte della scienza, sugli studi, sui casi effettivi di guarigione da molte patologie attraverso l’uso di grassi buoni, ma la strada da percorrere è ancora lunga, quindi non ti colpevolizzare se in un primo momento, pensando  a mangiare grassi hai provato disagio, è un programma mentale che va semplicemente cancellato.

I grassi sono la nuova frontiera del benessere. Indispensabili per molte funzioni dell’organismo, sono un nutriente essenziale, allo stesso modo delle proteine, delle vitamine e dei minerali, mentre non è così per i carboidrati. 

I grassi saturi diventano quindi un carburante che viene usato al posto dei carboidrati e i grassi polinsaturi. Ad esempio gli omega-3, che sono nutrienti fondamentali e permettono di tenere sotto controllo l’infiammazione.

Comunque ricorda che i semi oleosi e la frutta secca (come i semi di zucca, girasole, lino, chia) e gli oli da essi ottenuti devono essere assunti con moderazione.

Sia perché contengono acido fitico, una sostanza pro-infiammatoria e antinutriente, che noi assorbiamo anche se li mettiamo preventivamente in ammollo con acqua e limone.

Sia perché contengono un rapporto sbilanciato di Omega 3 e Omega 6. 

Inoltre, la struttura molecolare di questi grassi li rende instabili, cioè sono molto delicati, si ossidano facilmente e la cottura li altera, rendendoli particolarmente dannosi.

Questo non accade invece con i grassi saturi e monoinsaturi che sono al contrario molto più stabilieresistenti ai danni e all’ossidazione.

Quindi bisogna tenere bassi gli Omega 6, non esagerando con oli di semi e semi oleosi.

E assicurarsi di assumere la giusta dose di Omega 3, con i pesci come il salmone o pesce azzurro, o l’olio di lino da frigo frullato con del formaggio fresco magro o dello yogurt, il burro di alta montagna o di malga e la carne da animali nutriti a erba.

I grassi saturi sono i migliori per cucinare perché sono i più stabili ad alte temperature. 

I migliori grassi saturi in una dieta chetogenica sono il burro di alta qualità, il ghee, l’olio di cocco vergine, l’olio extravergine d’oliva da spremitura a freddo e il lardo di qualità. 

L’olio di oliva è il migliore da usare come aggiunta a crudo agli alimenti dopo che sono stati cotti o per condire le insalate.

Devono essere invece evitati oli vegetali diversi da olio d’oliva e di cocco, come l’olio di semi di girasole, l’olio di soia, l’olio di semi vari e così via, in quanto infiammatori per l’organismo. Inoltre vietati tutti i grassi idrogenati, trans o parzialmente idrogenati. 

Importante: se vuoi evitare oli di cattiva qualità, leggi sempre bene le etichette prima dell’acquisto. Assicurati che quelli che compri, siano oli ottenuti per spremitura a freddo e biologici.

Non bisogna riservare molta attenzione ai formaggi come quota di grassi. Pur contenendo molti grassi, possono contribuire ad alzare l’insulina specie se consumati la sera. Quindi non farci molto affidamento. Anche perché la maggior parte sono fortemente infiammanti, preferisci quelli da latte crudo, di capra o pecora, da animali da pascolo.

Raggiungere il 50/60% delle calorie con i grassi, all’inizio non è semplice e si effettua gradualmente inserendo cibi grassi come l’avocado, le olive, il cocco, la frutta secca e i semi oleosi.

QUINTO PASSO: INSERIRE PROTEINE ANIMALI DI ALTA QUALITÀ 

La scelta delle proteine animali deve essere effettuata con grande attenzione. Un animale allevato intensivamente che viene nutrito con cibi non adeguati sarà malato e infiammato e la sua carne provocherà in noi infiammazione quando la mangeremo. Lo stesso vale per le uova e il pesce. L’allevamento intensivo prevede l’uso di mangimi di pessima qualità che contengono farmaci (antibiotici, antimicotici, ormoni, stimolatori di crescita) che si trasferiranno nei cibi da essi derivati.

La scelta dei cibi animali deve tener conto di questi fattori.

La scelta migliore è la selvaggina. Animali che hanno vissuto liberi per tutta la loro vita e che non sono stati trattati con farmaci e antibiotici forniranno una carne di elevatissima qualità. Anche la carne derivata da animali grass-fed (nutriti a erba) è un’ottima scelta: sono animali allevati all’aperto, a cui non vengono somministrati farmaci farmacologicamente se non per necessità assoluta.

Anche la quantità dei preziosi Omega 3 è praticamente nulla nella carne di animali allevati intensivamente e nutriti a base di mangimi inadeguati, ma molto alta nella carne e nei derivati di animali nutriti a erba.

Per quanto riguarda il pollame, la scelta migliore è quello ruspante, così come le uova. Le uova da galline ruspanti o almeno da allevamento biologico possono essere assunte tranquillamente tutti i giorni.

Mangiare carne da allevamenti biologici o da piccoli allevatori dove si può verificare la qualità, è assolutamente essenziale per assumere proteine di qualità nobile.

Anche per quanto riguarda il pesce, è consigliabile il pesce pescato e non quello da allevamento. Sono consentiti i crostacei e molluschi, ma sempre verificando la provenienza.

La carne di maiale è sconsigliata se l’organismo è infiammato. Si tratta infatti di una carne che può diventare un vero e proprio deposito di tossine, ed è di difficile digestione per l’uomo. 

Considera l’ammontare di tutte le proteine che assumi durante la giornata.

Per determinare la quota proteica giornaliera, bisogna tenere conto di tutti gli altri alimenti che contengono proteine (ad esempio la frutta secca e i semi oleosi). 

SESTO PASSO: RIDURRE AL MINIMO LA FRUTTA 

La frutta apporta elevate quantità di zuccheri che interrompono la chetogenesi.

Sono concessi alcuni tipi di frutta bassa quantità di carboidrati, come per esempio i frutti di bosco, le mele verdi, l’avocado e il cocco. Questi frutti contengono nutrienti, fibre, antiossidanti e tante altre sostanze benefiche che insieme riducono l’impatto glicemico.

Quando mangi la frutta, abbinala sempre a dell’olio di cocco o del ghee, magari scaldandola velocemente, e usala solo come spuntino, mai dopo un pasto. La consumi in piccolissime quantità e oltre a un cucchiaino di ghee o olio di cocco, unisci delle spezie: cannella, vaniglia, anice, curcuma. E un pizzico di sale in aggiunta.

Mai consumarla a fine pasto, perché crea una fermentazione anomala che interferisce con quella di qualsiasi cibo consumato prima (soprattutto con le proteine) creando gonfiore, gas intestinale e incapacità ad assimilare correttamente. 

Ricorda: molto meglio assumere i carboidrati dalla verdura, che confrontati con la frutta, contengono molto più fibre e meno zuccheri, tanti minerali, sono sazianti e se ne può mangiare molta di più.

Con le verdure è possibile abbondare senza incorrere nel rischio di esagerare con gli zuccheri al punto di inibire la chetogenesi. 

SETTIMO PASSO: IMPARA A CONOSCERE I SINTOMI DELLA CHETOSI 

Se fino ad ora sei stato un forte consumatore di carboidrati, il tuo corpo porterà con sé un carico tossico evidente.

Questo, nel momento in cui passerai dal carburante zuccheri al carburante grassi, si farà sentire e ti porterà delle sensazioni che potrebbero sembrarti disagevoli.

Questo passaggio, che è un processo graduale, richiede un periodo di adattamento e di disintossicazione.

Nel mentre che il corpo sta passando dal bruciare zuccheri a bruciare grassi, potrai avvertire la sensazione di sentirti “appesantito”.

Niente paura, sono le tossine che stanno risalendo e, tempo qualche giorno, si torna a fiorire.

Il tuo corpo sta andando in chetosi nutrizionale, il che è un passaggio obbligatorio. Il fegato sta liberando nel sangue i corpi chetonici, un prodotto di scarto metabolico derivante dalla combustione dei grassi, proprio perché il corpo non ha più zuccheri da bruciare e come fonte di energia, libera i grassi.

Alcuni sintomi legati alla chetosi sono: 

 Disidratazione 

quando cambiamo carburante, eliminiamo maggiori quantità di acqua e di elettroliti. Bere almeno due litri di acqua calda al giorno, tisane, zuppe e brodi di carne o verdure e l’uso di un ottimo sale (ad esempio il sale rosa dell’Himalaya) sono i rimedi più efficaci;

 Leggera nausea 

Non essendo abituato a consumare grassi, l’aumento del loro consumo può portare nausea. In questo caso si possono utilizzare specifici enzimi per digerire i grassi, assumere Nux Vomica 5CH (un rimedio omeopatico), due o tre  granuli dopo i pasti e si può bere acqua calda e limone, aumentando leggeremente l’utilizzo di sale ai pasti.

 Alito cattivo 

In una dieta chetogenica, il corpo subisce molti adattamenti biologici, inclusa una riduzione dell’insulina e una più efficiente ripartizione del grasso.

Quando questo accade, il fegato inizia a produrre grandi quantità di chetoni per fornire energia al  ervello e spesso, una volta raggiunta la chetosi completa si trovano a combattere con lo sgradevole sintomo dell’ alitosi .

Si tratta di un effetto collaterale comune causato da livelli elevati di chetoni. 

Il chetone colpevole specifico è l’acetone, che è volatile e viene eliminato dal corpo tramite il respiro. 

In realtà questo è un segno positivo per la  dieta. 

Per risolvere il problema,  sei invitato a bere molto, per accellerare il processo di eliminazione dei chetoni, lavarti i denti più volte al giorno, utilizzare spray per l’alito alla menta. L’alitosi non è comunque una cosa permanente e scompare dopo un po ‘di tempo . 

 Stitichezza 

E’ importante che il tuo intestino sia pulito e si liberi quotidianamente. Bevi tanto, aumenta ila quota di vegetali e aggiungi più fibre come semi di lino, psillio e inulina. Prendi del magnesio e se questo non basta, fai dei clisteri periodici per sbloccare l’intestino. 

Se ingolfato, non permette al corpo di liberare le tossine, che provocano fermentazioni che nutrono i batteri patogeni e oltre a stanchezza, possono influire sul sistema nervoso e sul tuo stato d’animo, che invece deve essere il più possibile equilibrato e alleggerito.

 Stanchezza, nervosismo, una lieve tristezza o malinconia 

Questi ultimi tre sintomi sono legati all’aver eliminato gli zuccheri dalla tua dieta, i quali danno una finta sensazione di felicità e appagamento, poiché vanno a stimolare dei recettori nervosi, che sono gli stessi di droghe e oppiacei. Togliendoli si incorre in una specie di “crisi d’astinenza” che si può annullare con un po’ di pazienza nel giro di due o tre giorni, bevendo molto (acqua calda) e aumentando leggermente il consumo di grassi che velocizzano la chetosi, come olio di cocco e olio MCT. Inoltre aumenta l’uso delle fibre e riduci quello delle proteine. Per sapere quante proteine ti occorrono, basta moltiplicare il tuo peso corporeo per 0,8 (se fai un normale sforzo fisico) o per 1,2 (se sei uno sportivo).

Non farti spaventare da questi sintomi e soprattutto non abbandonare il tutto prima di fare tutto il percorso della chetosi.

Potresti inoltre incorrere in qualche carenza di sali minerali. Non devi far altro che integrare con magnesio, potassio e sodio.

Utilizzare del buon sale rosa dell’Hymalaia, fare qualche spuntino salato, prendere il magnesio citrato la sera prima di dormire possono già essere le soluzioni a questo disturbo.

CONCLUSIONI 

Una dieta chetogenica, che porta il corpo in chetosi, è davvero benefica per l’organismo. Ma come detto in precedenza, ci sono modi e modi per gestirla.

Accompagnare il percorso di chetosi con strumenti energetici ed erboristici, integratori, tecniche di bioenergetica, potenziano l’enorme beneficio sia fisico che mentale che la chetogenica è in grado di regalare.

L’uso di grassi è meno alto rispetto a una chetogenica estrema, ma permette comunque al corpo di entrare in chetosi.

L’accompagnamento di fibre, e la preparazione adeguata degli alimenti, favorisce la salute dell’intestino e del cervello, portando ad un equilibrio sul piano mentale.

La massima considerazione del rispetto della materia prima, di qualità e da fonti nobili, consente di alleggerire il carico tossico, non appesantire l’organismo, favorire la leggerezza sia mentale che fisica.

Una dieta chetogenica che rispetti tutti i passi elencati sopra, porterà le nostre performance ad un gradino superiore, e diventerà un percorso che aumenterà i nostri livelli vibratori.

Prodotti che consiglio in questo articolo: 

Ghee

Burro di cocco

Inulina

Olio MCT

Magnesio citrato

Enzimi

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