Il riequilibrio del fegato attraverso la sana alimentazione e le terapie naturali

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Se ti è capitato di vivere situazioni in cui ti sei sentito oppresso, aggredito, impaurito. O dietro a ogni silenzio masticavi rabbia, tanto da “arrovellarti il fegato” fino a sovraccaricarlo. Se all’inizio ti tenevi tutto dentro e poi, in una seconda fase hai iniziato a reagire, ribellarti, fino a stimolarlo eccessivamente..

E se ti sono familiari detti del tipo:

  • rodersi il fegato
  • farsi il fegato amaro
  • avere fegato
  • diventare verde dalla rabbia
  • verde di bile
  • tipo bilioso
  • tipo fegatoso

Allora, almeno una volta, direttamente o indirettamente l’argomento ti ha riguardato.

Parliamo del fegato, e della sua loggia di appartenenza: il Legno, che comprende anche la cistifellea e il liquido che secerne, ovvero la bile, il cui colore di riferimento è il verde, e la cui stagione corrispondente è la primavera.

Questo organo così importante, un “Generale generoso”, attraverso la cui comprensione dei meccanismi che lo coinvolgono, è possibile arrivare ad un riequilibrio di tutte le funzioni vitali, ed una migliore qualità della vita.

L’argomento è così vasto che in questo articolo ho deciso di parlare dell’organo e delle tecniche naturali per depurarlo. E siccome stiamo avvicinandoci alla primavera, presto parlerò della loggia Legno, della chiave di lettura naturopatica e di medicina tradizionale cinese.

Il fegato e le emozioni 

Il fegato è legato alla generosità, all’altruismo, alla tolleranza, alla pazienza, alla creatività, alla capacità di pianificazione e progettazione, al desiderio di espansione della coscienza e alla sete di conoscenza.

Lui è uno spartiacque tra la nostra zona più basilare e istintiva, quella digestiva e intestinale, e il cuore, l’area più aperta alla coscienza o mente superiore.

Rappresenta il confine che filtra e si assicura che non passi nulla di inadatto dall’intestino (emozioni non digerite e tossine alimentari) verso l’alto, cioè il cuore.
Impedisce il passaggio di emozioni tossiche, esattamente come fa a livello fisico dove impedisce che entrino sostanze tossiche nel sangue, filtrando e trasformando il sangue proveniente dall’intestino (dalla digestione) in sangue depurato dalle tossicità.

Il fegato è quindi un organo di passaggio e di frontiera 

È una sorta di fucina, dove il materiale ancora informe e carico di scorie, viene trasformato in elemento vitale, più puro, più ricco d’energia, come le proteine, il colesterolo, i trigliceridi, le vitamine, il glucosio.. un materiale che non può e non deve essere trattenuto,ma distribuito agli altri organi per le normali funzioni.

Così come le emozioni non vanno trattenute. Ad esempio un trauma vissuto intensamente, in solitudine e senza che si veda una soluzione apparente può alterare l’inconscio corporeo che metterà in moto una serie di risposte biologiche tali da cercare di alleviare o smorzare in qualche modo questa tensione emotiva, dando luogo così alla somatizzazione di un disturbo.

Contenere le emozioni tossiche è una delle principali cause del blocco di energia nel fegato e ciò impedisce che l’energia circoli libera nell’organismo.

Allora avviene che l’energia non si distribuisce in modo uniforme a tutti gli organi e alle zone del corpo e può produrre un eccesso o una stasi in alcuni e una carenza in altri.

Una delle cause principali di una salute cagionevole o del fatto che ci ammaliamo, è radicata nella perdita di forza degli organi del nostro corpo e nello stress causato dal tipo di vita complessa che conduciamo oggigiorno.

Psiche ed emozioni

Noi generiamo problemi pisco-emozionali che, per la maggior parte, somatizziamo a livello organico.

Il fegato condiziona e regola questa capacità così umana di stressarsi e somatizzare.

Se il fegato si trova in cattive condizioni, ci fa immagazzinare emozioni come la rabbia, il risentimento, la frustrazione, l’intolleranza, la contrarietà, l’aggressività contenuta, la colpevolezza, che rappresentano tutte emozioni non digerite. Questo perché, quando il fegato si logora, si satura o si intossica, ha più difficoltà a “pulire” le emozioni e a renderle assimilabili.

Di conseguenza, non riesce a portare a termine la sua funzione di attenuare l’effetto che un impatto emozionale può dare e regolare la nostra capacità di reazione e gestione di fronte a una situazione di stress.

Parallelamente, a livello fisico, tutte le impurità originate dal processo di digestione saranno filtrate faticosamente dallo stesso, per far sì che il sangue abbia una composizione adeguata alle esigenze del nostro organismo.

l fegato e la sua fisiologia 

 Il fegato è il nostro più importante organo “filtro”, insieme ai reni. Riceve tutto il sangue che proviene dall’intestino e che contiene le sostanze digerite e assorbite; raccoglie il sangue che proviene dalla milza e quello filtrato dai reni.

Le sue attività sono numerosissime: produce la bile, che viene nuovamente immessa nell’intestino ed è necessaria per digerire i grassi; è un organo centrale nel metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei lipidi e trasforma numerose tossine introdotte nell’organismo e i prodotti di scarto del metabolismo in modo da poterle eliminare attraverso l’intestino. Anche se spesso non ci pensiamo il nostro fegato è un organo unico per importanza e per numero.

Le sue molteplici funzioni si possono sintetizzare affermando che il fegato trasforma il sangue che arriva dall’intestino, carico di cibo digerito e assorbito, ma non ancora utilizzabile dall’organismo, in un sangue ricco di energia e di sostanze più raffinate.

E’ la ghiandola più voluminosa del corpo, quella che lavora di più, ogni giorno adempie a più di 500 funzioni. E’ uno degli organi più complessi e importanti, insieme a cuore e cervello e appartiene all’apparato gastroenterico. Essenziale per la vita, è un vero e proprio laboratorio chimico dove si svolgono quasi tutte le reazioni metaboliche che interessano l’intero organismo.

Il fegato sostiene funzioni essenziali per la vita 

Senza di esso molte funzioni del corpo umano come il metabolismo dei nutrienti, la coagulazione e la disintossicazione del sangue, non potrebbero avere luogo.

Per questo motivo, ha sempre un ruolo centrale sia nei processi involutivi che portano alla malattia, sia nel percorso terapeutico verso una salute migliore.

  • Digerisce e trasforma le sostanze nutritive e, in qualità di organo annesso all’apparato digerente, produce la bile che poi si raccoglie nella cistifellea.La bile è costituita da un miscuglio di numerose sostanze: acqua, acidi e sali biliari (prodotti di degradazione del colesterolo), pigmenti biliari, lecitina e colesterolo. La bile attiva la digestione facilitando l’emulsione e l’assorbimento di grassi e vitamine liposolubili (D, A, E, K).
  • Neutralizza l’acidità dei succhi gastrici versati nel duodeno, rendendoli compatibili con le delicate pareti dell’intestino tenue e facilita la progressione regolare del cibo digerito nell’intestino.Il cibo che già è stato ingerito nel tratto intestinale, qui viene trasformato in energia di pronta utilizzazione sotto forma di glucosio. Il materiale energetico non consumato viene invece immagazzinato nel fegato sotto forma di glicogeno e di grassi, costituendo così una riserva d’energia disponibile per future esigenze.
  • Produce vari tipi di proteine, maggiormente le albumine, importanti perchè trasportano acqua, minerali, ormoni e acidi grassi. Produce inoltre: fibrogeno e protrombina (coagulazione), ferritina e transferritina (immagazzinano il ferro), ceruloplasmina ( per il rame).
  • Ha la capacità di regolare il ricambio dei grassi, favorire l’utilizzazione di importanti vitamine come la A, B1, B12, PP, K, D e di alcune di esse è il principale deposito.
  • E’ nel fegato che avvengono i processi per la neutralizzazione dell’effetto velenoso delle tossine chimiche. Esse vengono combinate dal fegato con sostanze che ne neutralizzano gli effetti tossici, per poi essere successivamente eliminati attraverso la linfa, la pelle, l’intestino, i reni.
  • Dirige il metabolismo, stabilendo per esempio quanti grassi devono essere accumulati nel tessuto adiposo e quanti invece devono essere bruciati sotto forma di calorie per produrre energia.

Quando si arriva al disturbo 

Il fegato, essendo responsabile del metabolismo e della depurazione corporea, può essere facilmente intossicato dal cibo, dai farmaci e dalle sostanze nocive presenti nell’ambiente.

Molte volte è affaticato per colpa dello stress o a causa di un alimentazione disordinata o troppo ricca di grassi. Spesso i sintomi di malessere si manifestano con un senso di debolezza e perdita di energia che all’inizio difficilmente vengono collegati ad un disturbo epatico ma che spesso ne sono il campanello d’allarme. Conoscere quindi quelli che possono essere ulteriori segni di alterazione della buona funzionalità del fegato ci può aiutare nella prevenzione.

Questo perché, a differenza di altri organi come lo stomaco, il fegato non dice mai direttamente se ha un disturbo.

Comunica in modo indiretto e ce ne accorgiamo quando inizia a funzionare di meno e si presentano disturbi quali:

  • ciclo mestruale irregolare o squilibri ormonali
  • perdita di energia
  • debolezza della vista
  • elevati livelli di colesterolo
  • improvvisi attacchi di fame, cattiva digestione, allergie ed intolleranze
  • ansia e depressione
  • memoria e concentrazione scarse
  • difficoltà a dormire e sonnolenza dopo i pasti
  • addome gonfio, colon irritabile
  • ritenzione di liquidi
  • alito pesante, sapore metallico in bocca
  • tendenza ad ingrassare, specie sull’addome
  • frequenti cefalee, specie dopo i pasti
  • capelli più deboli e sottili
  • colorito giallastro, specie alle sclere e alle unghie
  • comparsa di emorroidi, urine scure e torbide
  • frequenti raffreddori o altre affezioni virali
  • ricorrenti infezioni da candida e funghi
  • prurito e disturbi della pelle
  • stanchezza cronica
  • emozioni negative
  • pensieri annebbiati, letargia
  • mal di testa ricorrente
  • dolori articolari/muscolari cronici
  • eccessiva sudorazione
  • problemi di digestione dei grassi
  • aumento improvviso di peso
  • acne/problemi della pelle
  • gonfiore/dolore addominale

I sintomi si manifestano lentamente e si acuiscono durante i cambi di stagione diventando rapidamente evidenti soltanto in caso di un acutizzarsi della malattia.

Bisogna precisare che ogni organo, e quindi anche il fegato, è dotato di un proprio sistema linfatico nel proprio interno. Quando questo sistema si satura, si arriva allo stato infiammatorio (gonfiore). Ma prima di arrivare a questo stato, l’organo tenta altre soluzioni, ovvero lo smaltimento attraverso i meridiani di altri organi emuntori. Così il fegato, che appare dotato in un certo senso di una sua organizzazione, utilizza contemporaneamente, secondo il tipo di scoria da smaltire, altre vie che si collocano nelle aree cutanee relative al meridiano interessato.

Le tossine che ci intasano 

Le più pericolose sono quelle che si introducono con l’alimentazione: sono assorbite dalla mucosa intestinale e, migrando in tutto il corpo attraverso il sangue, si infiltrano in ogni tessuto. Tra le principali fonti di tossine ci sono i carboidrati, soprattutto quelli raffinati. Sono rappresentati dal pane, farina, pasta, dolci e bevande gassate zuccherate.

La verità è che mangiamo troppo. L’eccesso di cibo è uno dei motivi del malfunzionamento del fegato, perché l’iper lavoro del continuo processo di trasformazione gli impedisce di impegnarsi anche nella detossicazione dell’organismo, oltre alla sintesi e nell’elaborazione dei nutrienti.

D’altro canto un’alimentazione sana ed equilibrata, ricca di antiossidanti, aiuta il fegato a liberarsi delle sostanze tossiche, come farmaci, alcol, residui del metabolismo, cellule morte, caffeina, sostanze inquinanti,senza che gli epatociti subiscano danni gravi.

I nutrienti amici del fegato, come la vitamina A, la C e la E, oltre al selenio e al glutatione, si trovano soprattutto nel pesce, nella verdura, nella frutta e in alcuni cereali integrali. Per disintossicare e depurare il fegato vi sono alcuni alimenti che vanno scelti al posto di altri e che sono utili a questo scopo.

Alimenti da evitare 

Sicuramente quelli che maggiormente affaticano e contrastano la depurazione epatica: i cereali e derivati raffinati (riso, pane, pasta); insaccati e salumi, formaggi grassi industriali, cibi da fast-food, fritti, umidi o alimenti molto conditi in cottura, eccesso di tè o caffè, dolci grassi e ricchi di zucchero, alcolici, cibi industriali contenenti coloranti e conservanti, ormoni steroidei e antibiotici.

Sostanze tossiche 

Partendo dall’individuare le sostanze nemiche del fegato da un punto di vista fisiologico, è doveroso porre l’accento su una regola fondamentale: per chi soffre di problemi epatici, mai fare pochi pasti abbondanti ma spuntini nel corso della giornata in modo da ridurre il lavoro del fegato, e poi evitare o ridurre queste sostanze:

Alcool 

Consumato con molta moderazione l’alcool dallo stomaco passa nel fegato dove è presente l’enzima alcool deidrogenasi, che lo trasforma in altre sostanze utili all’organismo come lipidi, zuccheri, acqua e anidride carbonica.

La quantità in eccesso passa direttamente nel sangue da cui l’organismo cerca lentamente e faticosamente di eliminarlo attraverso i polmoni, i reni e la pelle. Un lavoro enorme che sovraccarica l’intero sistema, considerando anche il fatto che non tutti hanno la stessa capacità di assorbire e metabolizzare l’alcool.

Farmaci 

Per far sì che i farmaci assunti per via orale raggiungano la circolazione sistemica, devono essere assorbiti dall’intestino e trasportati attraverso il circolo portale del fegato. In alcuni casi si può verificare un accumulo di metaboliti tossici derivati dai farmaci (come nel caso di avvelenamento da paracetamolo) responsabili di un’intossicazione acuta. I farmaci implicati in un eventuale danno epatico sono in genere antibiotici, anestetici, tranquillanti, antidepressivi, antifebbrili, contraccettivi, anabolizzanti. Al danno diretto che il farmaco produce alla struttura delle cellule si aggiunge quello dovuto allo scatenarsi di una reazione allergica, insufficienze renali, gastriti, danni al fegato. E’ infatti il fegato che filtra il sangue e lo libera dai residui dei farmaci ingeriti. La maggior parte dei farmaci è in realtà eliminata dai reni, ma solo dopo che il fegato li ha resi idrosolubili, una piccola parte poi si elimina con la bile riversandosi nell’intestino.

Additivi alimentari 

Sostanze usate quasi sempre per mascherare l’impiego di materie prime scadenti, ovviare a tempi di lavorazione affrettati o prevenire danni di modalità di conservazione poco efficaci, la loro tossicità per il nostro organismo è certa.

Conservanti, antiossidanti, coloranti, aromatizzanti che si scaricano inevitabilmente sul fegato,a cui si aggiungono a monte nel ciclo di produzione: diserbanti, concimi chimici, pesticidi, farmaci, che fanno da cornice a un quadro non proprio rassicurante.

Sale 

Il normale cloruro di sodio aumenta il deposito dei liquidi corporei. Sia la quantità che la qualità del sale sono molto importanti, oggi la gente tende a usare molto sale, forse per sopperire al poco sapore di molti prodotti dell’industria alimentare, molto meglio usare un sale con un grande potenziale di sostanze nutritive all’interno, come il sale marino integrale o il sale rosa ad esempio.

Ideale è portare in tavola il gomasio (una miscela di sale marino integrale e semi di sesamo tostati e macinati) di derivazione biologica.

Grassi di origine animale o vegetale? 

Gli alimenti animali contengono colesterolo utile per la produzione di membrane cellulari e ormoni. Senza farne un uso esagerato ( che può affaticare il fegato) Io non li inserirei nella categoria degli alimenti da demonizzare. Ma piuttosto da gestire, utilizzando alimenti freschi, non trattati, provenienti da animali alimentati in maniera naturale.

Molte persone fanno l’errore di sostituire i grassi animali con grassi vegetali idrogenati (come le margarine) i quali non solo sono calorici tanto quanto quelli animali, ma hanno l’aggravante che essendo estratti e composti con procedimenti chimici, vengono a fatica metabolizzati dal nostro organismo, che li deposita quindi proprio sul fegato. Inoltre sono ricchi di lectine e sostanze tossiche proprie della pianta che il nostro fegato non può metabolizzare.

Come aiutare il fegato – i rimedi sono in natura 

La qualità del cibo al giorno d’oggi è sicuramente più scarsa rispetto ai tempi antichi. Gli odori, i sapori, i colori tipici degli alimenti hanno subito una degradazione progressiva dovuta alla scarsa naturalità dei prodotti, così mancano enzimi, vitamine, sali minerali, fibre prebiotiche.

Chi soffre di fegato, è poi una persona che spesso ha difficoltà digestive, i suoi pasti sono sovente accompagnati da fermentazioni, putrefazioni e irregolarità intestinale, sonnolenza e bocca amara.

Partiamo da una sana alimentazione: 

  • Riduzione dei carboidrati raffinati e degli zuccheri e aumento degli acidi grassi Omega 3
  • Riduzione drastica dei condimenti di origine chimica, sostituendo i grassi trans con prediligendo condimenti ricchi di acidi grassi essenziali (olio extravergine d’oliva, burro di cocco, ghee)
  • limitazione ai cereali integrali, adeguatamente ammollati e cotti prima del consumo
  • Sostituzione dei prodotti contenenti additivi, conservanti, coloranti, con prodotti biologici, freschi, non raffinati, non elaborati, o conservati con tecniche naturali
  • Masticazione lenta (la ptialina contenuta nella saliva permette di pre-digerire gli alimenti)
  • Sedersi a tavola lasciando fuori i pensieri e le preoccupazioni, dedicando un po’ di tempo a se stessi

Lottiamo contro l’anormale acidificazione dell’organismo 

È essenziale che il ph delle nostre urine segua una normale curvatura che si aggira intorno al 7. Se l’alimentazione è equilibrata, l’acidità rientra nella norma, e sappiamo benissimo che un organismo basico, cura se stesso.

Procediamo a un’adeguata igiene intestinale 

Insieme alla depurazione del fegato, è una prerogativa essenziale per il mantenimento della salute, anche attraverso operazioni meccaniche come i lavaggi intestinali.

Cerchiamo la complementarità degli alimenti 

Cerchiamo la varietà, la stagionalità, la freschezza. Questo determina lo stato vitale di un alimento, ovvero la sua carica biofotonica.

E se è vero che la vita si alimenta con la vita, un fegato che necessita di essere stimolato, riceverà una carica straordinaria dall’uso dei germogli. L’uso di germogli e delle parti essenzialmente vitali e funzionali di una pianta, come la clorofilla, le vitamine e i minerali. Il modo migliore di consumare i germogli è crudi in insalata, hanno un forte potere rigenerante, un considerevole apporto di vit A e C e favoriscono l’assimilazione di parecchi minerali.

In natura troviamo molti vegetali adatti al fegato 

Carciofo 

stimola la produzione della bile, ne facilita la secrezione nell’intestino, ha attività blandamente diuretica. La qualità delle sue fibre idrosolubili fa sì che favorisca la flora intestinale e diminuisca il tasso di colesterolo LDL.

Rafano nero 

apprezzato da secoli per la sua notevole azione nelle insufficienze epatiche accompagnate o no da calcoli biliari. È una stimolante della cellula epatica, aperitivo e digestivo, ricco in vitamine e sali minerali, il suo sciroppo è un ottimo ricostituente per bambini affaticati.

Cardo mariano 

grazie alla silimarina, ha un’azione stimolante sulla secrezione biliare. E’ un grande epatoprotettore e i suoi principi amari, più potenti di quelli del carciofo, sono fortemente coleretici (aiutano cioè il fegato a produrre bile) e colagoghi (aiutano la cistifellea a espellere bile).

Cicoria o radicchio 

a grandi linee le cicorie si suddividono in verdi da taglio e rosse. Hanno tutte un gusto amarognolo se non addirittura amaro, dato da un glucoside (la cicorina). Dal punto di vista nutrizionale è il radicchio a rivelarsi il più valido. E’ infatti una pianta depurativa e lievemente lassativa, il cui grosso pregio è la ricchezza di ferro.

Acetosa 

credo che il potere depurativo e rimineralizzante delle piante selvatiche sia enormemente maggiore di quelle coltivate al di là dell’assoluta assenza di pesticidi; e infatti la scienza dice che il tarassaco ha molte più vitamine della cicoria coltivata che da esso deriva. E quindi nell’elenco ci metto: ortica, cardi, cespigni, cicerbite, ma soprattutto l’acetosa. Cruda ha un sapore acidulo eccezionale, cotta rende stuzzicante il sapore delle minestre. È depurativa, diuretica, con forte potere mineralizzante. È utile nella cura di molte patologie del fegato, per l’acne e la stipsi.

Indivia 

se è riccia è indivia tout-court, se è liscia è detta scarola. Si caratterizza in entrambi i casi per il gusto amarognolo. L’indivia vanta un elevato contenuto di calcio (93 mg/100 gr) e di potassio (290 mg); si difende bene anche in campo vitaminico, con 213 mg di vitamina A e 25 di vitamina C.

Sedano e sedano rapa 

sono commestibili le coste, le foglie e i semi. Il tipo verde è da preferire a quello bianco perchè contiene più nutrienti, specie la vitamina A. E’ ricco di potassio, le foglie sono anche ricche di vitamina C, A, ferro, calcio. Il sedano rapa ha il doppio delle proteine del sedano a coste. I semi sono molto ricchi di proteine, grassi insaturi, fibre, calcio, magnesio, fosforo, potassio, ferro e zinco.

Lattuga 

ricca di vitamina K, fondamentale per la salute delle ossa, e clorofilla, il pigmento verde delle piante, che stimola la produzione di emoglobina e di globuli rossi, dà sollievo ai flussi mestruali troppo abbondanti, ha effetti antiossidanti. Più è verde, più aumenta il contenuto di nutrienti.

Ravanello rosso 

costituito da magnesio, zolfo, iodio, rafanolo, è un ottimo aperitivo che favorisce il drenaggio epatico e renale. Ottimo contro epatismo e ittero. Può essere consumato crudo insieme alle sue foglie, ricche di numerosi elementi utili.

Cavolo 

il succo contenuto nelle sue diverse varietà è composto da resine, estratti gommosi, solfato e nitrito di calcio, ferro, ossido di magnesio, zolfo, cloro, fosforo, magnesio e zinco. Le foglie di cavolo hanno un’azione revulsiva, decongestionante. Per il fegato si può intervenire in caso di congestioni, infiammazioni e ristagni, applicando localmente foglie di cavolo alternate a frizioni con l’olio d’oliva e rinnovando le applicazioni fino al miglioramento.

I succhi vegetali 

I succhi di frutta e ortaggi sono preziosi, soprattutto se estratti al momento dell’uso.

Gli zuccheri direttamente assimilabili, lipidi, protidi, vitamine, mucillagini, li rendono molto efficaci.

Ecco i più efficaci per il fegato:
  • ananas – diuretico e disintossicante
  • limone – depurativo di ogni organo e viscere, antisettico, diuretico
  • mirtillo – scioglie gli acidi urici
  • pompelmo – potente stimolante epatico e purificatore della cistifellea
  • ribes nero – ha un’azione stimolatrice sul fegato
  • carota – indicato per affezioni epato-biliari, andrebbe consumato spesso, in un cocktail altamente benefico con succo di sedano e limone
  • crescione – depuratore epatico e renale grazie a un’essenza solforata e ai suoi sali minerali e vitamine
  • carciofo – aggiunto ad altri succhi, è adatto per un’azione epatica più forte in casi di eccesso di urea o di colesterolo nel sangue. Un mix efficace è: carciofo, cerfoglio (diuretico), cicoria (depurativa), dragoncello (antisettico), prezzemolo ( stimolante della circolazione).
  • tarassaco – aggiunto ad altri per insufficienza biliare e colesterolo in eccesso
  • rabarbaro – per le sue proprietà benefiche al fegato, come succo di rapa e ravanello
  • sedano – si preferirà il succo di sedano “a gambi”, ma il sedano rapa ha proprietà analoghe. Purificatore epatico e renale, anti gottoso, depurativo.

Alcune ricette 

Succo di erbe amaro e aperitivo

  • erba angelica (gambi verdi) 1 pugno
  • Fumaria 2 grossi pugni
  • viola del pensiero selvatica 2 grossi pugni
  • cicoria 2 grossi pugni
  • tarassaco 2 grossi pugni 

 

Succo di erbe rinfrescante

  • tarassaco 1 pugno
  • acetosa 1 pugno
  • bietola 1 pugno
  • lattuga 1 pugno
  • scorzonera 1 pugno 

Succo di rafano e limone

  • mezzo di bicchiere di succo di limone
  • un cucchiaio di centrifugato di rafano fresco

 

Bere al mattino a digiuno stemperato in poca acqua calda.

Olio di oliva e succo di limone

mescolare tre cucchiai di succo di limone e due di olio di olive: bere al mattino a digiuno.

Decotto di uva ursina e rosmarino

in 200 grammi di acqua bollire per 3 minuti 20 grammi di foglie di uva ursina e 10 grammi di rosmarino. Berne due tazze al giorno lontano dai pasti.

Decotto di cardo santo, foglie di carciofo, fiori di rosmarino

in un litro d’acqua bollire per 10 minuti 10 grammi di semi di cardo, 20 grammi di foglie secche di carciofo, 10 grammi di fiori di rosmarino. Bere nella giornata.

Decotto di romice, acacia, ribes

in un litro d’acqua far bollire per 8 minuti 10 grammi di radice di romice, 20 grammi di foglie di ribes, 20 grammi di foglie di acacia. Bere nella giornata.

Decotto di cardo santo, foglie di carciofo, radici di tarassaco

Potente aiuto per il drenaggio di un fegato ingrossato, si bollono 30 grammi di foglie di carciofo, 20 grammi di cardo e 20 di tarassaco. Bere nella giornata.

Aloe Vera 

L’aloe si è rivelato uno dei migliori alleati nella disintossicazione del fegato e nella riparazione dei danni cellulari.

Ha proprietà antibiotiche, antibatteriche, antinfiammatorie, antimicotiche, antisettiche, antitumorali, purificanti.

Ha ottenuto ampio riconoscimento per la vasta presenza nel suo ricco gel, di zuccheri complessi, polisaccaridi o glucomannani, che, riuscendo a rivestire interamente le pareti del tratto digerente, svolgono un effetto gastroprotettore e lenitivo.

All’interno dei suoi 200 componenti attivi, se ne annoverano molti che agiscono a livello diretto sul fegato.

Ad esempio la notevole presenza di vitamine e acidi grassi del succo di aloe hanno notevoli influssi sulla gestione ed il controllo del rapporto colesterolo HDL/LDL.

Infatti le vitamine A, C ed E, tutte liposolubili, lavorando insieme al fosfolipide Colina, favoriscono il metabolismo ed eliminazione dei grassi.

Secondo recenti ricerche mediche la presenza della colina, sarebbe in grado di curare alcuni casi di epatite di tipo A,B,C.

Si è notato come l’uso continuativo di Aloe determina nelle cellule epatiche un miglioramento nella loro funzionalità. L’acemannano attiva il sistema immunitario, rinforzando il potere fagocitante delle cellule killer T e Be assieme alle vitamine liposolubili, quali A, C ed E con l’acido folico, ripristina velocemente la cellula epatica e toglie l’infiammazione.

L’aloe si rivela inoltre utilissimo nelle steatosi epatiche (fegato carico di grassi).

Infatti gli enzimi lipasi, proteasi e transaminasi supportano le funzioni di questo organo, attraverso l’ausilio dei fosfolipidi colina e inositolo contenuti nell’aloe.

Tra gli amminoacidi che lavorano direttamente sul fegato, l’aloe contiene:

  • Treonina – questo aminoacido è lipotropo, ossia previene eccessivi accumuli di grasso nel fegato metabolizzando le complesse catene lipidiche e favorendone l’espulsione dal sistema urinario.
  • Arginina – tra le sue numerose azioni è dotato di attività disintossicanti e protettive del fegato. E’ stato somministrato a persone con epatopatia diffusa insieme all’ornitina, ottenendo risultati eccellenti.

 I minerali più interessanti nel gel di aloe per ciò che riguarda il fegato sono:

  • magnesio: aumenta la secrezione biliare
  • manganese: attivo nel metabolismo di zuccheri e grassi, con forte potere antiossidante
  • zolfo: desensibilizzante, detossinante epatico.
  • zinco: regola il metabolismo dei lipidi nel fegato
  • cobalto: parte integrante della Vit. B12, si immagazzina nel fegato e funge da utilissimo vasodilatatore arterioso.

Rimedi erboristici 

Rosmarino 

(Rosmarinus officinalis)

Pianta onnipresente sulle coste italiane e spero anche in tutti i giardini e gli orti delle nostre case, è un ottimo stimolante della cistifellea.

Da secoli usato nella farmacopea tradizionale, il rosmarino è un ottimo stimolante della cistifellea, ma anche un grande disinfettante delle vie intestinali; utile dunque in tutte quelle infezioni e parassitosi del tratto gastroenterico.

È ricco di pinene, borneolo, cineolo, canfora, tutti principi altamente disinfettanti e antibatterici utili nelle infezioni intestinali ma anche nelle cistiti ed eccezionale nelle patologie epatiche. È indicato inoltre nel reflusso esofageo, quando cioè si verifica un passaggio di succo gastrico acido, o anche di bile, nell’esofago.

Si usa in decotto, infuso, tintura madre, estratto secco.

Tarassaco 

(Taraxacum officinale) (piscialletto) o dente di leone o soffione

In primavera, quando maggiore è il bisogno di depurazione, ecco che i prati si coprono con le belle foglie dentellate del tarassaco, pianta amica del fegato e del sistema circolatorio.

Usare il tarassaco vuol dire innanzitutto alimentarsi in maniera intelligente: le sue zuppe e le sue insalata sono portentose.

Ma è dal punto di vista terapeutico che fa i miracoli: ha infatti proprietà diuretiche, depurative, coleretiche, colagoghe, rimineralizzanti, rivitaminizzanti, utile per gli ipertesi e per chi soffre di alitosi o stipsi.

Per le sue qualità di diuretico e di attivatore metabolico trova impiego nelle cure contro sovrappeso e cellulite. I suoi principi attivi hanno un’azione di protezione dai radicali liberi, antinfiammatoria, analgesica. E’ utile nei disturbi della cistifellea e nella litiasi biliare, come drenante e depurativo epato-renale.

Il dente di leone o tarassaco è utile anche per combattere cefalee, ipercolesterolemia, artrosi e artrite: Come per l’aloe, io parlerei di questa erba selvatica come “pianta delle meraviglie”.

Un solo esempio: il contenuto di vitamina A e C è il doppio della cultivar che da esso deriva, cioè la cicoria coltivata.

Se raccogliamo da noi le foglie di tarassaco, scegliamo luoghi non inquinati. I fiori ancora in boccio e messi sottaceto si possono utilizzare come i capperi. La radice, impiegata per liquori e aperitivi e decotti, oppure torrefatta come surrogato del caffè.

Le foglie tenere in insalate, quelle più dure cotte al vapore.

Fumaria 

(fumaria officinalis)

Rinomata come pianta che assicura la longevità a chi la usa con costanza, la fumaria aiuta a risolvere una congestione epatica, diminuisce la viscosità del sangue, stimola la secrezione biliare, mantiene elastica la parete arteriosa. E’ utile in tutte le cefalee che si manifestano in relazione a un ingorgo epatico e biliare. Le persone corpulente ne trarranno un gran beneficio poiché in uso sufficientemente prolungato, accentua la magrezza. Talvolta le sono state attribuite proprietà in antitesi tra loro: Infatti i suoi principi attivi, in particolare gli alcaloidi, invertono la loro attività in relazione al dosaggio e alla durata del trattamento.

Boldo 

(peumus boldus)

Le foglie del boldo sono da sempre utilizzate come rimedio popolare per i disturbi epatici. Arbusto sempreverde originario del Cile che contiene un olio volatile capace di distruggere i parassiti intestinali e alcaloidi che stimolano il fegato. E’ un’erba amara, aromatica, che migliora l’attività di fegato e cistifellea. E’ inoltre vermifuga, diuretica e agisce come antisettico delle vie urinarie. In passato veniva usato come sostituto del chinino, poiché stimola la secrezione della bilee la rende più fluida.

Conclusioni 

Concludo sottolineando quanto la depurazione del fegato sia importante poiché un organo sano si traduce in un organismo sano. Essendo un così importante centro metabolico, un incrocio vitale per molte funzioni organiche, mantenerlo depurato apporterà numerosi benefici all’organismo. Non bisogna inoltre ricordarsi del fegato solo a primavera, al contrario mantenere un’elevata soglia di attenzione in maniera costante, ci permetterà di godere di buona salute senza dover ricorrere a massicce depurazioni dell’ultimo minuto per sistemare una situazione ormai critica. Piccole ma continue attenzioni si tradurranno in un eterno riconoscimento da parte del fegato e di tutte le funzioni a lui correlate.

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