Nasce il tarassaco, la pianta del sole

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Nasce il tarassaco, la pianta del sole

Arriva la primavera e quando è maggiore il bisogno di depurazione, i prati si riempiono dei primi timidi spunti di foglie di tarassaco, il piccolo sole.

Infatti il tarassaco è il simbolo del Sole per le sue proprietà benefiche e di Mercurio per l’affinità con il vento. Allo stesso tempo è il guardiano dei segreti della terra, dei riti, delle conoscenze ancestrali che l’uomo porta da sempre con sé.

E’ una delle piante che amo di più in assoluto, ho una vera e propria venerazione per questo dono della natura, sarà perché rappresenta la rinascita dopo il gelo, l’espressione della nostra madre terra che come prima cosa dopo il suo risveglio, si occupa di creare un rimedio per guarire l’organismo degli esseri umani dalla compressione dell’inverno.. un vero e proprio atto d’amore.

Il nome e la storia

Ci sono varie opinioni sull’etimologia del nome, certo è che derivi dal greco; chi sostiene derivi da Tarasso, che significa “io guarisco”, chi da tarakè e akos la cui traduzione, rispettivamente è, “scompiglio” e “rimedio”.

Questo accade in virtù delle sue molteplici proprietà terapeutiche conosciute fin dall’antichità.

Tra i suoi tanti nomi vi è:

  • dente di leone, che si riferisce alla forma dentata delle foglie
  • soffione, che indica il frutto lanoso che contiene i semi
  • orologio del contadino perché i suoi fiori si aprono molto presto al mattino
  • piscialletto per le sue proprietà diuretiche

Già nel Medioevo veniva utilizzato per depurare il fegato ma non solo.. il fiore si strofinava sul corpo per attrarre la fortuna e, nella credenza popolare, i soffioni del Tarassaco erano usati per presagi amorosi.
Le streghe usavano frizionarsi tutto il corpo con il tarassaco o l’olio da esso ricavato, perché questo le avrebbe aiutate a farsi accettare dalla comunità in cui vivevano e la sua radice per creare potenti feticci e invocare, così, gli spiriti dei defunti.

Non a caso un’altro dei nomignoli del Dente di Leone è “Polenta del Diavolo”.

Alimento e pianta officinale

Il Tarassaco, pianta amica del fegato e del sistema circolatorio, è una cicoria selvatica.

E’ sia  l’alimento che pianta officinale.

Le sue foglie sono tipicamente utilizzate in insalata specialmente in primavera, sono amare e aromatiche, stimolano e preparano una buona digestione.

Usare il tarassaco vuol dire innanzitutto alimentarsi in maniera intelligente: le sue zuppe e le sue insalate sono portentose.

Ma è dal punto di vista terapeutico che fa i miracoli: ha infatti proprietà diuretiche, depurative, coleretiche, colagoghe, rimineralizzanti, rivitaminizzanti, utile per gli ipertesi e per chi soffre di alitosi o stipsi.

Il nome popolare “piscialetto” o in francese “pissenlit” richiama ad una peculiare proprietà delle foglie, dovuta in buona parte all’elevato contenuto di potassio, cioè quella diuretica.

Questa proprietà è presente anche nella radice, sebbene in misura minore. Quest’ultima infatti ha un effetto più spiccato sulla funzionalità epatica ed in generale sulla digestione.

Quindi per le sue qualità di diuretico e di attivatore metabolico trova impiego nelle cure contro sovrappeso e cellulite.

Il tarassaco è famoso soprattutto per le sue proprietà amaro-toniche, eupeptiche, digestive, coleretiche, colagoghe, depurative, lassative e antireumatiche.

E’ un antinfiammatorio e analgesico naturale, ma anche adatto per aumentare le difese immunitarie grazie alla grande attività di pulizia che esercita sugli organi escretori adibiti alla trasformazione delle tossine.

Questo perché le sue foglie stimolano le attività epatiche, biliari e renali: ne deriva un’accelleramento dell’eliminazione delle tossine attraverso le feci, il sudore e l’urina.

Inoltre le stesse foglie, ma anche i fiori, contengono beta-carotene, vitamina C, ferro e calcio. Gli organi che più beneficiano delle qualità del tarassaco (presenti nella radice, nella pianta e nel fiore) sono il fegato e i reni, per non parlare del fatto che questa erba favorisce la produzione e la circolazione della bile, consentendo così una corretta funzione intestinale.

Un detto francese afferma che il tarassaco “purifica il filtro renale e asciuga la spugna epatica”.

I suoi principi amari (tarassacina), e i sali minerali che possiede conferiscono alla pianta proprietà amaro-toniche e digestive.

Queste sostanze hanno anche proprietà purificantiantinfiammatorie e disintossicanti nei confronti del fegato, tanto da favorire l’eliminazione delle scorie (zuccheri, trigliceridi, colesterolo e acidi urici) rendendo il tarassaco una pianta epatoprotettiva, indicata in caso di insufficienza epatica, itterizia e calcoli biliari.

Stimola, inoltre, le secrezioni di tutte le ghiandole dell’apparato gastroenterico (saliva, succhi gastrici, pancreatici, intestinali) e la muscolatura dell’apparato digerente producendo un’azione lassativa secondaria.

Il tarassaco è utile anche per combattere cefalee, ipercolesterolemia, artrosi e artrite: questa erba selvatica è una “pianta delle meraviglie”.

Un solo esempio: il contenuto di vitamina A e C è il doppio della cultivar che da esso deriva, cioè la cicoria coltivata.

Se raccogliamo da noi le foglie di tarassaco, scegliamo luoghi non inquinati. I fiori ancora in boccio e messi sottaceto si possono utilizzare come i capperi.

La radice, impiegata per liquori e aperitivi e decotti, oppure torrefatta come surrogato del caffè. Le foglie tenere in insalate, quelle più dure cotte al vapore.

Come assumere il tarassaco in forma erboristica

  • Estratto secco in capsule o compresse somministrate 2 volte al giorno lontano dai pasti
  • Tintura madre – 50 gocce in poca acqua tre volte al giorno prima o lontano dai pasti.
  • Tisana: 1- 2 cucchiaini per tazza da assumere mattino e sera

Alcune ricette per detossinare e depurare con il tarassaco

Succo di erbe amaro e aperitivo

  • tarassaco 2 grossi pugni
  • erba angelica (gambi verdi) 1 pugno
  • fumaria 2 grossi pugni
  • viola del pensiero selvatica 2 grossi pugni
  • cicoria 2 grossi pugni

Succo di erbe rinfrescante

  • tarassaco 1 pugno
  • acetosa 1 pugno
  • bietola 1 pugno
  • lattuga 1 pugno
  • scorzonera 1 pugno

Decotto di cardo santo, foglie di carciofo, radici di tarassaco

Potente aiuto per il drenaggio di un fegato ingrossato, si bollono:

  • 30 grammi di foglie di carciofo,
  • 20 grammi di cardo e 20 di tarassaco.

Da bere durante la giornata.

Attenzione se..

Il tarassaco non è indicato in caso di gastrite, ulcera e calcolosi biliare, poiché potrebbe esserne sollecitata la motilità.

Bisogna stare attenti se si assumono diuretici, perché può potenziarne l’effetto.

Inoltre può interagire con i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), chi è sottoposto a questo tipo di terapia consulti sempre in ogni caso il proprio medico prima di qualsiasi altra integrazione.

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